sabato 2 luglio 2011

Jack Kerouac - On the road (1959)

<< ora, ascolta, quel saxalto di ieri sera ce l’aveva, quella COSA… l’aveva trovata e non la mollava; non ho mai visto nessuno tenere una nota così a lungo. >> io volevo sapere cosa fosse la COSA. << ah, be’ >> Dean rise << ora mi chiedi l’im-pon-de-ra-bi-le… ehm! C’è quel tizio e ci sono tutti gli altri, giusto? Tocca a lui tirar fuori quello che hanno in mente tutti gli altri. Attacca col primo tema, poi organizza le idee, la gente, si, si, ma forza, vai avanti, e allora affronta il suo destino e deve suonare in modo adeguato. All’improvviso nel bel mezzo della ripetizione del tema gli viene… tutti alzano gli occhi e lui sa; lo ascoltano; e lui parte in quarta e tiene, riesce a tenere. Il tempo si ferma. Riempie lo spazio vuoto con la sostanza della vita, con le confessioni del suo basso ventre eccitato, con ricordi di idee, con ripetizioni di vecchie esibizioni. Deve suonare oltre i ponti e tornare indietro ed esplorare l’anima alla ricerca del motivo del momento, e con tanta intensità che tutti capiscano che non è il motivo che conta ma quella COSA… >> Dean non riuscì a continuare; sudava mentre parlava.

[…]

<< oh, ragazzi! Ragazzi! Ragazzi! >> gemette Dean. << e non è nemmeno l’inizio questo… e ora eccoci qua in viaggio verso est finalmente insieme, non l’abbiamo mai fatto insieme questo viaggio, Sal, pensaci, passeremo da Denver e scopriremo cosa stanno facendo tutti gli altri, non che ce ne importi molto, dato che noi sappiamo cos’è la COSA, e sentiamo il TEMPO e sappiamo che tutto va veramente BENE. >> poi sussurrò, prendendomi per la manica, sudando: << ora guarda per esempio questi qui davanti. Hanno le loro preoccupazioni, contano i chilometri, pensano a dove dormiranno stanotte, a quanto costerà la benzina, al tempo, a come ci arriveranno… e intanto ci stanno andando dove vogliono arrivare e ci arriveranno comunque. Ma hanno bisogno di preoccuparsi e di ingannare il tempo con assili falsi o altro, puramente ansiosi e lamentosi, e non si mettono l’anima in pace se non riescono ad agganciarsi a una preoccupazione stabilita e provata, e quando la trovano la loro faccia assume l’espressione adatta, di infelicità, cioè è chiaro, e intanto tutto passa loro accanto e lo sanno, questo, ed è un’altra cosa che li preoccupa incessantemente. Ascolta! Ascolta! “bene” >> attaccò, rifacendo il verso ai nostri compagni di viaggio, << “ora, non so… forse non dovremmo fermarci a far benzina in quella stazione. Ho letto di recente sul ‘National Petroffious Petroleum News’ che questo tipo di benzina è molto vischiosa, una vera schifezza, e qualcuno mi ha anche detto una volta che fa battere in testa il motore, e allora non so, be’, e poi non ho nemmeno molta voglia di fermarmi… ” capisci, Sal, capisci? >>. Mi dava feroci colpi nelle costole per farmi capire. Io cercavo di fare assolutamente del mio meglio.

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