pidgin books

- AA.VV., Caritas di Roma, Osservatorio Romano sulle Migrazioni, setttimo rapporto, Idos, Roma, 2010 ( i rapproti escono ogni anno e si trovano in parte online, in parte alla biblioteca del Centro Studi Emigrazione di Roma,  in via Enrico Dandolo 58)
- Giovanni Attili, La città dei migranti. Storie di vita e Pianificazione Urbana. MILANO: Jaca Book, 2008
- Giovanni Attili, Periferiche Trasformazioni: il quartiere Pigneto a Roma. In: FREGOLENT L.. Periferie e periferie. ROMA: Aracne 2008
- Giovanni Attili, Trasformazioni, Innesti e conflitti: il quartiere Pigneto a Roma. ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, vol. 91, 2008
- Giovanni Attili, Caravanserragli Temporaneamente Autonomi: il Parco di Colle Oppio. In: FREGOLENT L. Periferie e periferie. ROMA: Aracne 2008
- Giovanni Attili, Oltre Flatlandia? Incursioni nel campo del possibile. In: BALDUCCI A., FEDELI V., a cura di, I territori della città in trasformazione: tattiche e percorsi di ricerca. ROMA: Franco Angeli 2008 (con Cerqua A., Ferretti A., Sotgia A., Uttaro A.M.)
- Raffaele Bracalenti, Durk Gorter, catia Isabel Santonico Ferrer, Carla Valente, Roma Multietnica, i cambiamenti nel panorama linguistico, Edup multimedia, Roma 2009 (in allegato un dvd con il documentario di Giulio Cederna e Giovanni Pieperno "la danza delle api")
 - Alessandra Broccolini,  “Lavorare a Banglatown. Attività commerciali e relazioni  interculturali nella periferia romana di Torpignattara” , in Maria Rosaria Carli, Gioia Di Cristoforo Longo, Idamaria Fusco (a cura di), Identità mediterranea ed Europa. Mobilità, migrazioni, relazioni interculturali, CNR-ISSM, Napoli, 2009.
- Hisham Elkadi,  Piazza Vittorio. La trasformazione urbanistica: quale identità per i nuovi cittadini? = Identity and meaningful place making, Edup multimedia, Roma 2009.
- Ferrarotti Franco, Macioti M. Immacolata, Periferie. Da problema a risorsa, Sandro Teti, 2009 (è interessante la sintesi che fa Maria Immacolata Macioti, su come le vecchie borgate storiche del quadrante est si siano "imborghesite" e cosa implica questo per la struttura sociale della città)
- Stefania Ficacci, Tor Pignattara. Fascismo e Resistenza in un qua rtiere romano, F. Angeli, 2007 (uno studio storico su Torpignattara che si ferma all'immediato dopoguerra)
- Sarah Kingeberg e Giorgia Rocca, Roma a tutto mondo, Sinnos, 2007, (tra il giornalistico e la guida turistica alternativa di una serie di passeggiate all'Esquilino e Pigneto)
- Sonia Masiello, Roma periSferica : la città, le periferie, gli immigrati, la scuola, F. Angeli, Milano 2009
- Federico Scarpelli, Il rione incompiuto. Antropologia urbana dell'Esquilino (Il mestiere dell'antropologo), CISU 2009 (su come gli italiani di piazza vittorio vedono il mutamento del quartiere)
- Giuseppe Scandurra, Il Pigneto. Un'etnografia fuori le Mura di Roma", Cleup 2007

e sicuraente, per tutti, il grande poeta della creolizzazione
Edouard Glissant, Poetica del Diverso, Meltemi, Roma 2004
Edouard Glissant, Poetica della Relazione, Quodlibet, Macerata 2007
da cui estraiamo quanto segue:

«Noi reclamiamo per tutti il diritto all’opacità».
«Chiamiamo dunque opacità ciò che protegge il Diverso».
«Il consenso generale alle opacità particolari è il più semplice equivalente della non-barbarie».

«Estetica della terra? Nella polvere famelica delle Afriche? Nella melma delle Asie inondate? Nelle epidemie, negli sfruttamenti occultati, nelle mosche ronzanti sulla pelle dei bambini scheletriti? Nel silenzio ghiacciato delle Ande? Nelle piogge che sradicano le favelas e le bidonville? Nella pietraia e nella boscaglia dei bantustan? Nei fiori attorno al collo e negli ukulele? Nelle baracche di fango che coronano le miniere d’oro? Nelle cloache delle città? Nell’aria sconvolta delle terre aborigene? Nei quartieri a luci rosse? Nell’ebbrezza del cieco consumo? Nel cappio? Nella capanna? Nella notte senza illuminazione?
Sì. Ma estetica del rovesciamento e dell’intrusione. Trovare dei febbrili equivalenti per l’idea “ambiente” (che io preferisco chiamare “l’intorno”) e per l’idea “ecologia”, che sembrano così oziose in questi paesaggi della desolazione. Immaginare forze che sanno di brace e di sciroppo dolce, per l’idea di amore della terra, che è così ridicola, o che spesso fonda intolleranze tanto settarie.
Estetiche della rottura e del raccordo.
Poiché questo è l’essenziale, e si è detto quasi tutto quando si è fatto notare che non si tratterebbe in nessun caso di trasformare nuovamente una terra in territorio. Il territorio è una base per la conquista. Il territorio esige che vi si pianti e vi si legittimi la filiazione. Il territorio si definisce per i suoi limiti, che bisogna estendere. Una terra è ormai senza limiti. Per questo vale la pena di difenderla da ogni alienazione».

Edoard Glissant è morto a Parigi il 3 febbraio del 2011
"tutto ciò che ho scritto nel corso della mia vita
l'ho scrtto per difendere la creolizzazione,
intesa come il risultato imprevedibile dell'incontro tra culture,
forme di sensibilità e di intuizione diverse."

e poi alcune parole importanti come
reciprocità
creolizzazione


Nessun commento:

Posta un commento